La Comunicazione Generativa per il Public Engagement
Il valore politico della conoscenza
La ricerca rappresenta un atto di cittadinanza attiva, che interpreta la cittadinanza non come semplice appartenenza a una comunità, ma come una modalità di pensiero e azione che permette a ciascuno di contribuire attivamente alla costruzione delle comunità in cui si sceglie di vivere. In un mondo sempre più complesso e interconnesso, dove digitale e globalizzazione accelerano le interazioni tra persone e informazioni, il rapporto tra conoscenza scientifica avanzata e pratiche quotidiane si sta evolvendo rapidamente. La nostra realtà in trasformazione, spesso al di là del nostro controllo, ci pone di fronte a processi e sistemi di cambiamento così potenti da sfuggire alla nostra capacità di previsione e controllo.
Questa situazione di incertezza può essere affrontata solo con la cooperazione e il rafforzamento collettivo di un modo di pensare che valorizzi la conoscenza del mondo naturale e artificiale. È fondamentale comprendere come le nostre tecnologie interagiscano con la nostra realtà, così da favorire una relazione tra scientia e usus che risponda ai bisogni in continua evoluzione dei cittadini, delle organizzazioni e delle istituzioni.
Il valore etico della Ricerca
La conoscenza non si limita all’ambito scientifico, ma è presente in ogni aspetto della vita quotidiana. Sebbene la ricerca sia formalmente compito degli scienziati, l’intelligenza e l’esperienza della gente comune rappresentano una risorsa fondamentale. È solo attraverso la collaborazione tra questi due mondi che si può costruire una storia condivisa della conoscenza. Questa prospettiva contrasta con la visione tradizionale della scienza come prerogativa di un’élite e invita a riscoprire il valore sociale e politico della ricerca, esplorando cosa essa significhi per la vita quotidiana e chi ne siano gli attori, consapevoli o meno, nel perseguire un futuro in cui l’etica e il benessere comune sono al centro.
Ambito di Intervento
Ricerca e Terzo Settore
Estratto
“La comunicazione generativa per i servizi alla carriera e per la Terza Missione dell’Università e degli Enti di ricerca”
[…] È necessario, cioè, che si affermi un paradigma di comunicazione non più tradizionalmente gerarchico, trasmissivo, emulativo – rivelatosi degenerativo – ma generativo […]
La nuova alleanza tra scientia e usus
È urgente elaborare un nuovo paradigma di ricerca la cui presenza va scoperta – pur in una prospettiva di grandissime diversità in termini di ruoli, di obiettivi, di responsabilità – in ogni attività umana, in ogni impresa, in ogni organizzazione. Non è più sostenibile oggi (se mai lo è stato) pensare che ci sia da una parte chi produce conoscenze e dall’altra parte – successivamente – chi è chiamato ad applicare quelle scoperte nei contesti produttivi o nelle realtà sociali.
Ideare, progettare, implementare, sperimentare, comunicare e, infine, monitorare non sono fasi consequenziali di un processo lineare, compartimenti stagni rigorosamente parcellizzati in cui il ruolo dei cittadini è solo quello di consumatori finali. Abbracciando il pensiero complesso e il paradigma generativo della comunicazione, quelle sopra elencate diventano fasi caratterizzate da compresenza a variabilità di peso, dove c’è una compresenza di attori sociali: sia coloro che si occupano istituzionalmente di ricerca, che quelli che sono portatori di conoscenze più operative.
La Comunicazione Generativa dà un contributo essenziale per costruire questa trama d’interazioni continue in una prospettiva di community building, in una prospettiva di condivisione e di coinvolgimento.
Il valore politico della conoscenza
La ricerca rappresenta un atto di cittadinanza attiva, che interpreta la cittadinanza non come semplice appartenenza a una comunità, ma come una modalità di pensiero e azione che permette a ciascuno di contribuire attivamente alla costruzione delle comunità in cui si sceglie di vivere. In un mondo sempre più complesso e interconnesso, dove digitale e globalizzazione accelerano le interazioni tra persone e informazioni, il rapporto tra conoscenza scientifica avanzata e pratiche quotidiane si sta evolvendo rapidamente. La nostra realtà in trasformazione, spesso al di là del nostro controllo, ci pone di fronte a processi e sistemi di cambiamento così potenti da sfuggire alla nostra capacità di previsione e controllo.
Questa situazione di incertezza può essere affrontata solo con la cooperazione e il rafforzamento collettivo di un modo di pensare che valorizzi la conoscenza del mondo naturale e artificiale. È fondamentale comprendere come le nostre tecnologie interagiscano con la nostra realtà, così da favorire una relazione tra scientia e usus che risponda ai bisogni in continua evoluzione dei cittadini, delle organizzazioni e delle istituzioni.
Il valore etico della Ricerca
La conoscenza non si limita all’ambito scientifico, ma è presente in ogni aspetto della vita quotidiana. Sebbene la ricerca sia formalmente compito degli scienziati, l’intelligenza e l’esperienza della gente comune rappresentano una risorsa fondamentale. È solo attraverso la collaborazione tra questi due mondi che si può costruire una storia condivisa della conoscenza. Questa prospettiva contrasta con la visione tradizionale della scienza come prerogativa di un’élite e invita a riscoprire il valore sociale e politico della ricerca, esplorando cosa essa significhi per la vita quotidiana e chi ne siano gli attori, consapevoli o meno, nel perseguire un futuro in cui l’etica e il benessere comune sono al centro.
La nuova alleanza tra scientia e usus
È urgente elaborare un nuovo paradigma di ricerca la cui presenza va scoperta – pur in una prospettiva di grandissime diversità in termini di ruoli, di obiettivi, di responsabilità – in ogni attività umana, in ogni impresa, in ogni organizzazione. Non è più sostenibile oggi (se mai lo è stato) pensare che ci sia da una parte chi produce conoscenze e dall’altra parte – successivamente – chi è chiamato ad applicare quelle scoperte nei contesti produttivi o nelle realtà sociali.
Ideare, progettare, implementare, sperimentare, comunicare e, infine, monitorare non sono fasi consequenziali di un processo lineare, compartimenti stagni rigorosamente parcellizzati in cui il ruolo dei cittadini è solo quello di consumatori finali. Abbracciando il pensiero complesso e il paradigma generativo della comunicazione, quelle sopra elencate diventano fasi caratterizzate da compresenza a variabilità di peso, dove c’è una compresenza di attori sociali: sia coloro che si occupano istituzionalmente di ricerca, che quelli che sono portatori di conoscenze più operative.
La Comunicazione Generativa dà un contributo essenziale per costruire questa trama d’interazioni continue in una prospettiva di community building, in una prospettiva di condivisione e di coinvolgimento.
Ambito di Intervento
Ricerca e Terzo Settore
Estratto
“La comunicazione generativa per i servizi alla carriera e per la Terza Missione dell’Università e degli Enti di ricerca”
[…] È necessario, cioè, che si affermi un paradigma di comunicazione non più tradizionalmente gerarchico, trasmissivo, emulativo – rivelatosi degenerativo – ma generativo […]
Progetti attivi
Una strategia di Comunicazione Generativa per il Public Engagement
Un accordo quadro tra il Centro Ricerche sAu e il Dipartimento per realizzare una collaborazione nell’ambito delle attività scientifiche e di terza missione legate alle aree di ricerca presenti nel Dipartimento e alle Aree tematiche qualificanti del progetto di eccellenza 2024-2027. Il Dipartimento è inoltre interessato a valorizzare le potenzialità della comunicazione generativa in ambito giuridico attraverso la realizzazione di progetti specifici. Il primo accordo attuativo è il progetto La Mediazione come bene comune.
Un progetto nato per afforzare la competitività e la sostenibilità del settore vitivinicolo, impostando – mediante l’applicazione di una strategia di Comunicazione Generativa – una nuova relazione tra i contenuti della scientia – la ricerca di UniCeSV – e quelli dell’usus di cui sono portatori i soggetti imprenditoriali, istituzionali e associativi attivi nel settore vitivinicolo.
Comunicare la salute di genere per ridefinire il concetto di cura personalizzata
Nell’ambito del Master il Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica (DMSC) dell’Università di Firenze, in collaborazione con il Centro Ricerche sAu, è stato sviluppato un progetto che mira a sensibilizzare il personale medico-sanitario ma anche la popolazione – e tutti i soggetti sul territorio impegnati nella promozione della salute – circa le evidenze scientifiche che riguardano le principali differenziazioni di genere. Partire dal genere femminile è solo il primo passo per una nuova idea di “personalizzazione delle cura”.
Una strategia di Comunicazione Generativa per il Job Placement
In collaborazione con: Ufficio Job Placement dell’Università di Firenze
2018 – 2019
Il progetto riguarda l’applicazione della metodologia della Comunicazione Generativa per la realizzazione di strategie di comunicazione sinergiche con imprese, organizzazioni e istituzioni per facilitare il collocamento degli studenti e delle studentesse nel mondo del lavoro. L’obiettivo è quello di sviluppare strategie dove tutti i soggetti coinvolti nel processo comunicativo condividono e mettono a sistema le loro diverse conoscenze e competenze. L’Università, infatti, cercando di rafforzare dal punto di vista comunicativo i servizi di Placement, deve necessariamente saper raccogliere e coniugare le istanze degli studenti e quelle del tessuto socio-economico.
Gli altri progetti che abbiamo realizzato
In collaborazione con: Incubatore Universitario Fiorentino, Fondazione Ricerca e Innovazione
Il progetto ha avuto come obiettivo quello di sperimentare il paradigma generativo della comunicazione nella promozione dei servizi che sono erogati sia per il rafforzamento dei gruppi di ricerca all’interno dell’Università, sia per favorire l’avvio di nuove idee di impresa. In particolare il progetto ha avuto come obiettivo il coinvolgimento dei giovani attraverso un ascolto diretto dei bisogni di conoscenza per costruire dei percorsi di formazione all’imprenditorialità che valorizzassero il loro ruolo creativo.
In collaborazione con: Regione Toscana, Università di Firenze
Le misure agro-climatico-ambientali rappresentano una voce sempre più rilevante nelle programmazioni e nei finanziamenti pubblici allo sviluppo rurale. Con questo progetto, realizzato in collaborazione con la Regione Toscana, è stato attivato un percorso di analisi coinvolgendo ricercatori, esperti, rappresentanti di istituzioni e di associazioni di categoria per misurare l’impatto sociale e comunicativo di queste misure nei confronti sia degli addetti ai lavori sia della cittadinanza più in generale, con lo scopo di fornire alla Regione Toscana una base di conoscenza utile alla definizione della PAC post 2020.
In collaborazione con: Regione Toscana
Il progetto ha portato all’ideazione di una strategia di Comunicazione Generativa per il Piano d’Azione Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari «PAN» approvato nel 2014. L’obiettivo era quello di ideare e progettare una capillare e sistematica azione di formazione sui rischi connessi all’impiego dei prodotti fitosanitari, per garantire un’informazione accurata alla popolazione circa i potenziali rischi associati all’impiego dei prodotti fitosanitari ma al tempo stesso attivare un flusso conoscitivo inverso, che desse la possibilità agli operatori di legittimare e condividere i propri dubbi e le proprie difficoltà sia con i ricercatori sia con i decisori politici. Perché ogni azioni volta a implementare soluzioni sostenibili, affinché sia realmente efficace, non può essere calata dall’alto ma deve basarsi su una relazione diretta tra chi opera nell’ambito della scientia e chi opera nell’ambito dell’usus.
In collaborazione con: Kids Brain Health Network (Canada)
Questo progetto ha approfondito la ricerca sui principali modelli e strumenti di Citizen Science, proponendo un focus sul coinvolgimento dei cittadini nella ricerca medico-scientifica.
Nello specifico, è stato organizzato un seminario internazionale di eccellenza a Firenze, cui hanno partecipato il prof. John Challis e della dott.ssa Nicky Lewis, su alcune delle realtà che fanno parte del Networks of Centres of Excellence of Canada (NCE) in relazione alle recenti esperienze di Knowledge Mobilization. Tutti gli elementi di conoscenza raccolti hanno fornito utili spunti per i progetti dell’Ambito “Salute e sanità” sul coinvolgimento della cittadinanza nella definizione dei percorsi terapeutici.
Dal giornale del Centro Ricerche sAu
Citizen science: per una ricerca con la cittadinanza
di Viola Davini e di Eugenio Pandolfini